sabato 9 aprile 2011

Micchichè punta al 20% in Sicilia

La formazione di Miccichè punta al 20% dei consensi nell’Isola

Forza Sud, in Sicilia partito determinante

9 aprile 2011 – Servizio giornalistico a cura di Pasquale Patamia

Un partito in rapida ascesa, che in Sicilia può puntare al 20%. È questo il ritratto che i più recenti sondaggi dipingono di "Forza del Sud", il partito meridionalista, che si colloca nella coalizione di centrodestra, fondato dall'on. Gianfranco Micciché, sottosegretario di stato con delega al Cipe. E lo stesso Miccichè parteciperà domani, all'Aga Hotel di viale Ruggero di Lauria 43, alla prima assemblea organizzativa di Forza del Sud a Catania. Ad aprire i lavori alle ore 10:00 sarà il coordinatore provinciale del partito, senatore Salvo Fleres, ed è prevista la presenza dei parlamentari senatore Roberto Centaro, vice presidente della commissione giustizia del Senato, senatore Mario Ferrara, vice presidente della commissione finanze del Senato, onorevole Giuseppe Fallica, coordinatore regionale di Forza del Sud e deputato segretario alla Camera, onorevole Titti Bufardeci e onorevole Michele Cimino, entrambi già vice presidenti della Regione Siciliana. Annunciata una numerosa partecipazione di militanti e simpatizzanti oltre che di altri parlamentari nazionali e regionali e numerosi amministratori e dirigenti locali del partito.

martedì 5 aprile 2011

Impazza la polemica sui senatori fascisti

Realizzato dal Comitato Lavoratori Licenziati dalla Cgil e dei ricercatori

Messina, Sportello online Sos precari italiani

6 aprile 2011 – Servizio giornalistico a cura di Rosamaria Greco

Un gruppo di ricercatori precari di Diritto del Lavoro, coordinati dal loro docente universitario, i quali desiderano, per ovvie ragioni, mantenere l'anonimato, condividendo la battaglia che il Comitato dei Lavoratori Licenziati dalla Cgil sta conducendo, ha inteso sostenere il comitato dei lavoratori. A tal fine, dunque, hanno individuato quale concreto segno della loro solidarietà, lo strumento della consulenza online che si esplicita con l’apertura dell’account di posta elettronica sos.precari@libero.it al quale, chi ritiene opportuno e utile, può inviare quesiti, richieste di informazione e qualsiasi chiarimento in tema di lavoro precario e contratti di lavoro no-standard. I quesiti più importanti insieme con la risposta fornita dai consulenti, verranno pubblicati sul nostro quotidiano nazionale, omettendo nomi e cognomi naturalmente a tutela della privacy, affinché l'esperienza di uno possa essere utile a livello generale.

Nove consiglieri si sono dimessi. Sciolto il Comune della Piana di Gioia Tauro

Rizziconi, arriva il commissario prefettizio

6 aprile 2011 – Servizio giornalistico a cura di Rino Logiacco

In Calabria dopo lo scioglimento delle amministrazioni comunali per presunte infiltrazioni mafiose, va di moda lo scioglimento per effetto delle dimissioni dei consiglieri comunali che si assumono la responsabilità di non portare avanti il mandato dei propri elettori e dare alla propria comunità un’amministrazione commissariale. E’ accaduto recentemente a Serra San Bruno nel Vibonese, si è ripetuto a Rizziconi nella piana di Gioia Tauro dove oggi si insedia la commissione prefettizia reggina. L’ex sindaco Antonino Bartuccio con una dichiarazione quasi telegrafica commenta: “Sono orgoglioso e onorato di avere rappresentato Rizziconi nella qualità di primo cittadino e di essermi impegnato per risollevarlo dal baratro in cui era caduto nel passato, grazie anche alla collaborazione fattiva di persone perbene e oneste che mi sono state a fianco nel rispetto della legalità e della trasparenza. Altri hanno dimostrato incapacità ed ignoranza, non curandosi delle sorti del proprio paese e pensando solamente alla tutela dei loro interessi. Sono certo che l'attività svolta dalla mia amministrazione è stata praticamente penalizzata dalla scelta, non certamente positiva per la rinascita di Rizziconi, fatta da alcuni consiglieri”. La comunità pianigiana viene ad essere sottoposta così, nello spazio di circa undici anni, ad una quinta gestione commissariale. Si dovrà attendere la primavera 2012 per avere una nuova amministrazione comunale. Una sconfitta per tutti che mortifica l'istituzione comunale, lasciando ancora una volta i cittadini allo sbando.

Come può il Comune chiedere la rimozione di strutture pubblicitarie che gli fruttano oltre 50 mila euro annui e che sono state regolarmente autorizzate dall'Ente?

Vibo Valentia si accanisce su Vibo Valentia

6 aprile 2011 – Servizio giornalistico a cura di Rino Logiacco

Rimozione gli impianti pubblicitari abusivi. Questa l’iniziativa porta avanti dall’amministrazione comunale di Vibo Valentia che, attraverso il dirigente della ripartizione urbanistica Demetrio Beatino, ha disposto la rimozione di 47 impianti. Secondo quanto accertato dal Comune sarebbero privi di necessaria autorizzazione per come previsto dalla normativa urbanistica in vigore. Ad essere colpita dalle ordinanze di rimozioni anche la prestigiosa società nazionale, concessionaria outdoor, che opera in tutta Italia con migliaia di strutture pubblicitarie e campagne che riguardano importanti brand nazionali. La stessa società Pubbliemme S.r.l., non ha fatto mancare la sua puntuale replica. “Premesso che la Società si riserva di fare valere le proprie ragioni nelle opportune sedi, fa presente di non avere ricevuto alcuna ordinanza da parte del Comune di Vibo Valentia. Ad ogni modo – anche ammesso che la notizia risponda a verità – è a dir poco disdicevole (per non dire altro) che un pubblico ufficiale informi un giornalista, prima ancora che il diretto interessato, della notitia criminis di abusivismo edilizio qual è quella pubblicata. L'affermazione che gli impianti pubblicitari della Pubbliemme sono abusivi è falsa e gravemente lesiva dell'immagine della stessa ed è causa di gravissimi danni. Della falsità dell'affermazione è ben a conoscenza l'amministrazione comunale di Vibo Valentia”. Tanto più che gli stessi impianti sono stati autorizzati proprio dall’Ente Comune che percepisce dagli stesi dei canoni che vanno nelle casse vibonesi. Dunque perché agire indiscriminatamente e senza approfondire la questione e non limitarsi a chi davvero ha realizzato senza autorizzazioni e non paga alcunché? Concetti che nella nota vengono così esplicitati. La Pubbliemme è “proprietaria di impianti pubblicitari dislocati su tutto il territorio (non solo comunale ma anche nazionale), che presentano vari formati e tipologie; ogni installazione (ivi comprese quelle nel territorio del comune di Vibo Valentia) è preceduta da una richiesta di autorizzazione all'amministrazione competente e da un provvedimento autorizzativo, espresso o tacito, com'è consentito dall'art. 11 del “Regolamento comunale per la disciplina della pubblicità”. Costituisce – prosegue il presidente del consiglio di amministrazione della società Domenico Maduli – inequivoca conferma del rilascio delle autorizzazioni la circostanza che l'amministrazione ha sempre preteso e riscosso l'imposta comunale sulla pubblicità relativamente a tutti gli impianti installati nel suo territorio; è evidente, infatti, che, se gli impianti non fossero stati assentiti, il Comune non avrebbe avuto ragione di percepire (rectius non avrebbe potuto percepire) la detta imposta. L'amministrazione non aveva certo bisogno di “effettuare un vero e proprio censimento” o “controlli e verifiche a tappeto su tutto il territorio” per sapere quali fossero gli impianti installati dalla Pubbliemme dal momento che tale società annualmente presenta dichiarazione ex art. 8 D. Lgs. 507/93 (nella quale sono indicati ubicazione, tipologia e dimensioni di tutti gli impianti installati nel territorio comunale) e, sulla base di essa, l'amministrazione calcola e la Pubbliemme corrisponde annualmente la cospicua somma di euro 52.750,00 a titolo di imposta sulla pubblicità”. Critiche, quindi, vengono esposte sul fatto che in passato “nessun controllo era stato effettuato per quanto attiene la regolarità dell'impianto”. “Il comune – fanno presente dalla Società nazionale di outdoor – infatti, ha l'obbligo di verificare tale regolarità in sede di rilascio dell'autorizzazione, sicché tale rilascio implica che il controllo è stato eseguito ed ha avuto esito favorevole per il richiedente (che è quello che è avvenuto per la Pubbliemme); non è un caso che la legge imponga che la richiesta deve essere accompagnata da un elaborato planimetrico, da una relazione contenente puntuale descrizione delle caratteristiche dell'impianto da installare e da documentazione fotografica; documenti tutti che sono stati sempre allegati dalla Pubbliemme alle istanze. E qui mette conto aggiungere che in due soli casi l'amministrazione comunale ha negato alla Pubbliemme l'autorizzazione ed il diniego è stato puntualmente impugnato innanzi al Tar competente, che ne ha sospeso l'esecutorietà”. Dalla Pubbliemme rilevano che “l’istituto della licenza edilizia non esiste più da anni e che la materia degli impianti pubblicitari è soggetta ad una disciplina speciale che deroga a quella sull'edilizia. Costituisce principio pacifico nella giurisprudenza della Corte di Cassazione che in materia di installazione di cartellonistica pubblicitaria "non è configurabile alcuna violazione delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia, di cui al Dpr n. 380 del 2001, in quanto la materia è disciplinata dal D.lgs. 15 novembre 1993, n. 507”. La Pubbliemme nella suo comunicato ufficiale rileva l'installazione di impianti abusivi, sollecitandola ad una presa di posizione nei confronti degli abusivi (quelli veri) “mediante l'adozione di provvedimenti sanzionatori; tali solleciti sono sempre rimasti senza risposta. Tutte le circostanze indicate nella presente comunicazione sono sorrette da idonea documentazione”. Ci chiediamo a chi giova tentare di ledere l’immagine di un soggetto che rappresenta un'importante e solida realtà del vibonese e non solo. Perché Vibo Valentia continua ad accanirsi su Vibo Valentia? Un interrogativo ed una considerazione che lasciamo ai nostri lettori. Basti pensare all’impegno del sociale di taluni aziende. Vi invitiamo a leggere su tutti questo servizio cliccando qui.

Il calabrese insieme ad altri colleghi ha proposto di abolire il reato di fascismo

Bevilacqua il nuovo senatore fascista

Nostalgici fascistiFranco Bevilacqua

6 aprile 2011 – Servizio giornalistico a cura di Antonio Nesci

Abolire la XII norma transitoria e finale della Costituzione che vieta “la riorganizzazione sotto qualsiasi forma del disciolto Partito fascista”. E' quanto stabilisce un disegno di legge costituzionale depositato al Senato da cinque senatori del PdL e uno del FLI. Reazioni sconcertate dall’opposizione e dallo stesso ex missino Presidente della Camera Gianfranco Fini che, commentando con i suoi, avrebbe definito questa proposta una “follia”. Poi, esprimendo tutta la sua disapprovazione, ha chiesto e ottenuto il ritiro della firma dell’unico esponente di FLI firmatario del ddl. Anche il presidente del Senato, Renato Schifani, ha fatto trapelare la sua irritazione per un ddl di sapore nostalgico che, peraltro imbarazza la parte del PdL di provenienza da Forza Italia. Da ambienti vicini alla presidenza di Palazzo Madama si viene, a sapere che Renato Schifani, è “rimasto sorpreso ed esterrefatto” e pur nel rispetto delle prerogative costituzionali dei senatori, “auspica che i firmatari della proposta possano rivedere la loro iniziativa”. Ma gli altri cinque senatori: Cristano De Eccher (primo firmatario) Fabrizio Di Stefano, Francesco Bevilacqua, Giorgio Bornacin, Achille Totaro, tutti ex An, non demordono e mantengono il punto. “Nessuno di noi - sostengono in una nota congiunta - ha mai pensato di avviare una battaglia di tipo ideologico fuori dal tempo e dalla storia. Il nostro ddl, infatti, si prefigge di intervenire su una norma transitoria che per sua stessa natura era quindi destinata, secondo la volontà dei padri costituenti, a valere per un tempo limitato”. La polemica che accomuna anche le organizzazioni antifasciste è rivolta in particolare al primo firmatario: De Eccher, discendente di nobile famiglia trentina legata al Sacro Romano Impero e responsabile da giovane a Trento del gruppo di Avanguardia Nazionale. Eccher, in passato fu indagato dall’ex procuratore di Milano Gerardo D'Ambrosio, oggi per ironia della sorte anche lui senatore nelle file del Pd, per la strage di Piazza Fontana. “Non mi stupisco affatto. Mi indigno semmai, ma non rimango meravigliato. E' quello che è sempre stato e non cambia certo perché ora è un senatore” commenta Gerardo D'Ambrosio. “Noi due quando ci incontriamo in Senato ci ignoriamo; facciamo finta di non conoscerci” rivela l'ex magistrato. Tra i cinque senatori “fascisti” il calabrese Franco Bevilacqua, nativo di Vibo Valentia, una città che ha dato i natali al Ministro Fascista “Luigi Razza”, dove la stessa amministrazione comunale è amministrata dal PdL ed in particolare dalla componente ex missina del partito e dove i nostalgici della camicia nera sono in tantissimi. Certo che la proposta fa discutere e molto…

Al parco fluviale Gesso e Stura una serie di appuntamenti

Cuneo, rane in concerto per la primavera

5 aprile 2011 – Servizio giornalistico a cura di Rosamaria Greco

La primavera al Parco fluviale Gesso e Stura continua con una serie di appuntamenti in natura: anzitutto “Rane in concerto”, le serate di ascolto di rospi smeraldini e raganelle che nelle sere di primavera amano cantare in coro nella aree umide del parco. Sulla base del ciclo biologico degli anfibi e dello specifico periodo riproduttivo di quest’anno, le date hanno subito alcune variazioni: le uscite sono state anticipate a martedì 12, venerdì 15 e martedì 19 aprile. Seguirà l’ormai tradizionale trekking di Pasquetta, lunedì 25 aprile, una passeggiata con animazione e sorprese per adulti e piccini, al termine del quale si potrà fare pic nic libero nella zona dell’orto didattico. Si consiglia di portare una macchina fotografica per partecipare alla proiezione delle foto ricordo della giornata, che si effettuerà nel pomeriggio. Altri interessanti appuntamenti si svolgeranno nel mese di maggio: visite guidate all’orto didattico nelle giornate di sabato 14 e domenica 29 maggio; giovedì 12, 19 e 26 maggio escursioni in bicicletta in compagnia di una nutrizionista per conoscere l’alimentazione eco-compatibile, eco-sostenibile e di prevenzione. Per qualsiasi informazione e per le iscrizioni è possibile contattare la segreteria del Parco fluviale al numero 0171.444.501, dal lunedì al venerdì in orario d’ufficio, escluso il venerdì pomeriggio, o scrivere all’indirizzo e-mailparcofluviale@comune.cuneo.it. Sempre a maggio ancora trekking lungo lo Stura alla memoria dei f.lli Ramorino organizzato dalla Compagnia del Buon Cammino (tel. 338.7908771), incontro ed escursione alla scoperta dei passeri a cura della Lipu (lipucuneo@alice.it), escursione storico-culturale tra santuari e chiese lungo il parco organizzata da Legambiente Cuneo (tel. 340.2775200), breve corso di aikido femminile (tel. 339.3628531) e passeggiata lungo il canale di Cherasco a Castelletto Stura in collaborazione con l’Ass. Per-corsi (tel. 0171.791977). Intanto nel Parco è stato riattivato il servizio di noleggio gratuito di mountain bike presso la Cascina Costantino di San Rocco Castagnaretta (CN), Viale Mistral 85, dove è possibile prelevare biciclette per adulti e bambini, dal martedì al sabato dalle ore 9 alle 12 e dalle 14 alle 20 e la domenica dalle 9 alle 20. Per informazioni contattare il gestore al numero 0171.492837. Dalla Cascina Costantino si accede comodamente alla pista ciclabile lungo Gesso con la possibilità di percorrere l’anello attorno alla città di Cuneo, dalla zona Crocetta fino al Parco della Gioventù per poi proseguire verso la confluenza tra Gesso e Stura, quindi risalire dalle Basse di Stura verso Cervasca, Vignolo e Borgo San Dalmazzo. Altri punti di noleggio verranno riattivati in estate per offrire l’opportunità di escursioni in bicicletta nelle altre aree del parco.

Tredici persone arrestate nell’inchiesta “Orchi”

Cosenza, abusavano di una ragazzo disabile

5 aprile 2011 – Servizio giornalistico a cura di Antonio Nesci

Disumanità, orrore. Due termini che in maniera lapidaria rendono l’idea della barbarie compita per otto anni da tredici persone di Cosenza: sevizie e abusi sessuali su un disabile mentale calabrese. L’orrore è stato “scoperchiato” dai Carabinieri della Compagnia di Cosenza. Il giovane vittima degli abusi sarebbe stato costretto anche a subire violenze di gruppo, ed alcuni degli arrestati, avrebbero anche sottoposto la vittima, che ha poco meno di 30 anni, a sevizie che sono state riscontrate dagli investigatori. L’inchiesta “Orchi”, iniziata sei mesi fa grazie a voci confidenziali raccolte dai carabinieri di Cosenza, nel corso del tempo ha portato gli investigatori a creare un rapporto di fiducia con la vittima, e così si è arrivati a risalire ai presunti autori delle violenze, alcuni dei quali sposati, ed ai luoghi in cui avvenivano. Dalle indagini è emerso che alcuni degli arrestati, di età compresa tra 35 e 70 anni, conoscevano la vittima da anni ed avrebbero iniziato ad abusarne nel 2003. Altri indagati, invece, sarebbero venuti in contatto con il giovane disabile più recentemente, circa tre anni fa, dopo una sorta di passa parola. A sei arrestati viene contestata anche l’accusa di violenza sessuale di gruppo. Tra loro vi è anche un uomo che, pur non potendo avere rapporti sessuali, avrebbe partecipato alle violenze. Gli arrestati, che al giovane disabile non avevano quasi mai rivelato i loro veri nomi, sono Giuseppe Santoro, alias 'U Ragioniere, Massimo Lomonaco, alias Arcangelo, Antonio Santoro, alias Antonio Veltri, Antonio Donvito, alias Totonnu, Mario Aiello, Pasquale Andali, alias Pasquale Fabiano, Aldo De Rose, alias Paolo Naccarato, Fernando Mele, Giuseppe Pugliese, alias Giovanni Pinuzzo Di Bartolomeo, Cosimo Pastorello, alias Michele, Vincenzo Gagliano, alias Mastro Vicenzo, Eugenio De Cicco e Franco Adamo Spadafora. Le persone arrestate sono tutte di Cosenza e di Rende. Il giovane è stato affidato alle cure della sua famiglia, che era del tutto ignara di cosa stesse accadendo.

Realizzato dal Dipartimento Nazionale. Ha partecipato anche Tropea (VV)

Work Educational di Protezione Civile

5 aprile 2011 – Servizio giornalistico a cura di Rosamaria Greco

Il gruppo comunale di Protezione Civile di Tropea (VV), coordinato da Antonio Piserà, ha svolto nell'ambito delle attività formative un’importante Work Educational presso il Dipartimento Nazionale di Protezione Civile di Roma. Il Work Educational si è tenuto lo scorso 1 aprile con la visita delle strutture fondamentali del Sistema Nazionale di Protezione Civile Nazionale e mediante moduli formativi coordinati dai funzionari del Dipartimento centrale. Il Work Educational è iniziato con un briefing sul sistema operativo della Protezione Civile, il cui funzionamento è stato illustrato da Giovanni Cammarone. Il secondo step formativo ha permesso di approfondire la conoscenza della “Sala Situazione Italia”, il centro di coordinamento nazionale con il compito di: monitorare e sorvegliare il territorio nazionale per individuare le emergenze previste o in atto e seguirne l'evoluzione; allertare e attivare le diverse componenti e strutture operative del Servizio nazionale della Protezione Civile che concorrono alla gestione delle emergenze. La “Sala” opera 24 ore su 24, tutti i giorni dell'anno, e partecipano al suo funzionamento, con propria postazione, il personale del Dipartimento della Protezione Civile e un rappresentante delle seguenti strutture operative del Servizio nazionale della Protezione Civile: Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, Forze Armate, Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri, Guardia di Finanza, Corpo Forestale dello Stato, Capitanerie di Porto - Guardia Costiera, Croce Rossa. E’ in fase di allestimento una postazione per ciascuna delle Regioni italiane. In tempo ordinario riceve, richiede, raccoglie, elabora e verifica le notizie sulle emergenze, previste o in atto, sul territorio nazionale ed estero. Acquisisce, inoltre, ogni informazione utile sugli interventi e sulle misure adottate a livello locale e regionale, mantenendo il necessario raccordo con: le sale operative nazionali delle forze istituzionali preposte al soccorso e/o di pubblica utilità; le sale operative di Protezione Civile delle Regioni e delle Province autonome; le sale operative delle amministrazioni provinciali e degli Uffici Territoriali del Governo - Prefetture; le sale operative nazionali o le strutture di controllo centrale degli enti e amministrazioni che gestiscono le reti e le infrastrutture di servizi. Il “Sistema” si muove in raccordo con i diversi uffici e servizi del Dipartimento della Protezione Civile, mantenendo collegamenti informativi e operativi costanti con il Cfc - Centro Funzionale Centrale, il Coemm - Centro operativo per le emergenze marittime e il Coau - Centro operativo aereo unificato. In emergenza ha il compito di allertare e, se necessario, attivare le diverse componenti e strutture operative del Servizio Nazionale di Protezione Civile. In situazione di emergenza, il “Sistema” si configura in Unità di crisi (S3) che è lo stato previsto dalle procedure di attivazione interna del Dipartimento. L'attività dell'Unità di crisi è organizzata per settori di intervento, le “Funzioni di supporto”, a cui partecipano i diversi uffici e servizi competenti del Dipartimento e i rappresentanti di altre amministrazioni ed enti competenti per l’attività della “Funzione”. Ogni “Funzione” ha una propria postazione nella “Sala Situazione Italia” e il “Sistema” si configura in “Strutture operative”. Il terzo step si è svolto presso la “Sala Emergenze” dove si riunisce il Comitato Operativo della Protezione Civile Nazionale che assicura la direzione unitaria e il coordinamento delle attività di emergenza. Il Comitato è presieduto dal Capo del Dipartimento ed è composto da rappresentanti di “Componenti” e “Strutture operative” del sistema di protezione civile italiano. Il Comitato Operativo ha l'obiettivo di valutare le notizie, i dati e le richieste provenienti dalle zone interessate all'emergenza, definire le strategie di intervento e coordinare, in un quadro unitario, le misure adottate da tutte le amministrazioni ed gli enti interessati al soccorso. Il Comitato dura in carica tre anni. Opera con la presenza di almeno la metà più uno dei componenti. Nei casi di urgenza o emergenza, il Comitato Operativo può agire anche con la presenza dei rappresentanti del Dipartimento, Vigili del Fuoco, Forze Armate, Forze di Polizia, Corpo Forestale, Croce Rossa, Organizzazioni nazionale di volontariato e Conferenza unificata. Il Comitato viene convocato dal Presidente, con preavviso di almeno tre giorni e con l’indicazione degli argomenti all'ordine del giorno. Nei casi di urgenza o di emergenza, può essere convocato anche via fax o telefonicamente. Il terzo step formativo si è svolto presso il Coemm - Centro operativo per le emergenze marittime. Al Capitano di Corvetto Guglielmo Cassone (Capo Centro Operativo Emergenze Marittime) il compito di illustrare la struttura e le modalità di azione. Il Coem concorre alla gestione operativa delle crisi conseguenti ad eventi di inquinamento in mare e garantisce il supporto tecnico alle attività di bonifica e recupero di relitti in mare o piaggiati, in caso di dichiarazione di stato di emergenza. Provvede, inoltre, al monitoraggio delle attività di soccorso in caso di incidenti in mare e l’attivazione di unità navali impiegate per fini di Protezione Civile. Il quarto step del Work Educational si è svolto presso il Coau, la struttura tramite la quale il Dipartimento della Protezione Civile coordina l'attività di spegnimento degli incendi boschivi con la flotta aerea italiana sull’intero territorio nazionale. Nel Coau confluiscono le richieste di intervento inoltrate dalle sale operative regionali. Il Coau è un servizio operativo dell'Ufficio VII - Attività aeronautica del Dipartimento della Protezione Civile. Il Coau oltre a svolgere attività d’antincendio boschivo si occupa di interventi di trasporto aereo, di mezzi e uomini, in stato di emergenza. Con grande sorpresa nostra, parte della flotta area del Coau è collocata presso gli hangar dell’ Aeroporto Internazionale di Lamezia Terme (CZ). Il Work Educational si è concluso nel Centro Funzionale Centrale e di indirizzo e coordinamento della rete dei Centri Funzionali decentrati, dei presidi territoriali e dei Centri di Competenza. Esso promuove, sviluppa, realizza e verifica, anche attraverso i Centri di Competenza, i metodi, gli strumenti e i prodotti per il miglioramento delle capacità previsionali e valutative e per il funzionamento ottimale della rete dei Centri Funzionali. Stimola iniziative in materia di previsione e vigilanza dei fenomeni meteorologici e climatici di interesse delle attività di Protezione Civile, concorrendo alle iniziative in materia di rischi collegati. In coordinamento con l'Ufficio rischio sismico e vulcanico, promuove le attività per la definizione amministrativa ed operativa del Centro Funzionale Centrale Multirischio. Emette quotidianamente il Bollettino di Vigilanza Meteo. “L’intero Work Educational –afferma il coordinatore comunale Antonio Piserà - è stato Coordinato dal Funzionario del Dipartimento Nazionale Giovanni Barone. Ringraziamo l’intero Dipartimento Nazionale ed i suoi funzionari per l’attenzione e la professionalità dimostrata nell’accoglierci e nell’approfondire gli argomenti del workshop. La formazione – ha concluso il coordinatore cittadino - è una componente fondamentale per la crescita del gruppo comunale, oltre ad essere un momento di aggregazione per l’intera squadra operativa del Comune di Tropea”.

Forze dell'Ordine contrastano con decisione la malavita dello Stretto

Reggio Calabria, 26 arresti tra Tegano e Labate

5 aprile 2011 – Servizio giornalistico a cura di Rino Logiacco

Alba nera per la malavita dello Stretto. Forze dell’Ordine implacabili nel contrasto al crimine organizzato. Hanno, infatti, fatto scattare le manette ai polsi a 26 uomini delle ‘ndrine di Reggio Calabria. I fermi emessi dalla Dda di Reggio Calabria ed eseguiti dalla Squadra Mobile di Reggio Calabria, diretta da Renato Cortese, e dal Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato. Arrestati esponenti di spicco delle famiglie Tegano (soprattutto) e Labate. La prima famiglia, su cui è presumibile che abbiano giocato un ruolo importante le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Roberto Moio, nipote del mammasantissima Giovanni Tegano, è egemone ad Archi, zona nord della città, la cosca Labate, invece, è originaria del rione Gebbione, zona sud di Reggio. Per tutti l'accusa è di 416bis, associazione a delinquere di stampo mafioso.

Colpite le ‘ndrine da una operazione internazionale

Bologna, colpo ai clan calabresi

5 aprile 2011 – Servizio giornalistico a cura di Rino Logiacco

La Polizia di Stato di Bologna ha eseguito alcuni provvedimenti restrittivi nei confronti di persone responsabili di traffico di sostanze stupefacenti. Gli investigatori della Squadra Mobile della Questura di Bologna, unitamente al personale delle Questure di Bergamo, Cosenza, Milano, Modena, Napoli, Rimini, Verona hanno disarticolato due distinti gruppi di trafficanti di cocaina albanesi dediti all'importazione di stupefacente in Emilia Romagna. Tra gli arrestati figurano anche tre pregiudicati italiani, due dei quali affiliati ad una `ndrina calabrese, dediti alla vendita di cocaina e alla “ripulitura” di denaro contraffatto. Il primo sodalizio, originario di Tirana in Albania, importava dal Belgio e dall'Olanda cocaina, che una volta stoccava in alcuni locali bolognesi, veniva venduta a clienti della Lombardia, Toscana e Puglia. Il gruppo calabrese, affiliato alla cosca Farao Marincola di Ciro' (KR), era dedito al narcotraffico in Emilia e allo smercio di banconote contraffate, che "venivano ripulite" attraverso il riutilizzo all'interno degli esercizi commerciali di proprieta' di affiliati. Nel corso dell'operazione sono stati sequestrati oltre 6 kilogrammi di cocaina e ingente quantitativo di banconote contraffatte.

Dopo le proteste dei cittadini, il Comune dà il via ai controlli mirati

Lucca, i bisognini di fido sporcano le strade

5 aprile 2011 – Servizio giornalistico a cura di Rosamaria Greco

E’ stretta in tutta Italia sui cani sporcaccioni da Vibo Valentia a Lucca. Controlli mirati per colpire sul fatto i proprietari di cani che non raccolgono le deiezioni dei propri animali. Il Comune di Lucca corre ai ripari dopo le molte segnalazioni arrivate all’amministrazione comunale e in vista della bella stagione che porterà turisti e visitatori a riempire, in particolare il centro cittadino. “Al Comune arrivano decine di segnalazioni e proteste di cittadini – sostiene Benedetto Stefani, assessore con delega all’Ambiente - che lamentano come le strade, in particolare del centro storico ma anche nella periferia, siano sporcate dalla maleducazione dei proprietari di cani che, quando portano a passeggio i propri animali, non raccolgono i bisognini. Quando pioveva le vie venivano ripulite dagli acquazzoni e forse il fenomeno era meno evidente, ma con l’arrivo della belle giornate, il problema è improvvisamente esploso e numerosi cittadini hanno iniziato a protestare e a chiedere al Comune maggiori interventi di controllo. Urgono quindi una serie di interventi mirati a cui daremo immediata applicazione, ma soprattutto chiedo la collaborazione dei cittadini e li richiamo alle regole di una civile convivenza, anche per il rispetto dovuto agli altri e alle bellezze della nostra città”. A questo punto, al fianco dei controlli operati dalla Polizia Municipale, ci saranno anche interventi mirati dell’Anpana, l’associazione delle guardie ecozoofile che collabora già con il Comune e Sistema Ambiente nel controllo dell’esposizione corretta dei rifiuti per la raccolta differenziata e vigila nelle zone di confine affinché i residenti di altri territori non vengano a gettare la spazzatura sul territorio di Lucca. “La questione – aggiunge Stefani – si fa più urgente, anche perché è appena partita la stagione turistica e non possiamo certo far vedere una città sporca e maleodorante ai visitatori che arrivano da tutto il mondo”. Le sanzioni sono stabilite dall’art. 18 dallo speciale Regolamento di convivenza uomo animali, varato dal Comune di Lucca che stabilisce oltre alle norme a tutela degli animali anche le multe per l’abbandono di deiezioni solide di animali in spazi pubblici (vie, piazze, spazi ecc) da € 60,00 a € 360,00. Il regolamento stabilisce inoltre con l’art. 2 le aree di svago per i cani: ai fini della sgambatura è consentito liberare (dal guinzaglio) i cani nella zona a verde pubblico degli spalti delle Mura Urbane a condizione che gli animali non costituiscano pericolo per persone o altri animali già presenti; deve essere osservata comunque una fascia di rispetto di almeno 20 mt. dalla strada pubblica o da altre aree soggette all’ambito di applicazione del Nuovo Codice della Strada. Già dal 2008, il Comune di Lucca e Opera delle Mura hanno varato il progetto Fido Lindo: su tutto l’anello alberato sono quindi posizionati degli appositi distributori di sacchettini di plastica, che possono essere presi gratuitamente per ripulire dove il proprio amico a quattro zampe ha sporcato, per mettere poi il tutto nei bidoncini della spazzatura. I pacchettini di Fido Lindo sono a disposizione di tutti i cittadini e sono regolarmente utilizzati e periodicamente riforniti.

Unione dei Comuni del Vibonese a lavoro. Incontro a Pizzo. Prossimo a Cessaniti

Vibo Valentia, focus su ambiente e territorio

5 aprile 2011 – Servizio giornalistico a cura di Rino Logiacco

E’ stata la Tonnara di Pizzo ad ospitare il primo degli incontri itineranti della neo Associazione dei Sindaci della Provincia di Vibo Valentia. Su proposta dell'Assessore agli Affari Istituzionali del Comune di Vibo Valentia Nicolino La Gamba si è discusso, alla presenza anche del Segretario Generale del Comune di Vibo Valentia Nicola Falcone, di dissesto idrogeologico nei Comuni della Provincia, depurazione e creazione di una piattaforma o isola ecologica nell’ottica della tutela del territorio, con la messa in sicurezza dello stesso, a partire dalle aree ad alto rischio e migliorare la qualità dell'ambiente. Il prossimo incontro vedrà i Sindaci convergere nel Comune di Cessaniti.

Successo per i prodotti tipici della Provincia di Cosenza

Verbania, qui si mangia cosentino

Convegno

5 aprile 2011 – Servizio giornalistico a cura di Rosamaria Greco

La Provincia del Verbano-Cusio-Ossola è diventata per tre giorni un pezzo di Calabria. I sapori, gli odori e i colori dei prodotti dalla provincia di Cosenza, hanno letteralmente stregato i piemontesi che hanno preso d’assalto i 24 stands allestiti in occasione della rinomata rassegna/mostra mercato ideata dall'Associazione Culturale “Calabria Club” di Verbania. Grande successo ha ottenuto anche il convegno su “Enogastronomie d’Eccellenza tra Cosenza e Verbano-Cusio-Ossola” a cui hanno partecipato il Presidente della Provincia del Verbano-Cusio-Ossola Nobili, il Vicepresidente della Provincia di Cosenza Mimmo Bevacqua, il Direttore di Assindustria Cosenza nonché direttore Assapori, dott. Sarino Branda, il presidente di “Calabria Club” Petrone, imprenditori, produttori, addetti ai lavori ed esponenti della cultura locale. All’incontro erano presenti anche il Prefetto e le massime autorità militari locali. Il convegno si è concluso con una cena di gala preparata dai cuochi del Consorzio Assapori che ha riscosso grandi apprezzamenti per la delicatezza e la raffinatezza dei piatti preparati. Il vice presidente Bevacqua, nel portare il saluto della Provincia di Cosenza e del presidente Oliverio, ha espresso grande soddisfazione per l’evoluzione dell’evento che “dimostra –ha detto-come i nostri concittadini siano riusciti, con successo, non solo ad essere parte sana della società di Verbania ma anche e soprattutto cittadini attivi, pienamente nel pieno rispettosi della convivenza civile e dell’obiettivo comune e solidale di crescita e benessere; e su queste basi, hanno trovato il pieno appoggio delle amministrazioni presenti che hanno sostenuto con cultura e praticità la voglia di questa piccola grande “minoranza” calabrese di condividere, una volta l’anno e in maniera strutturata, la propria storia, le proprie tradizioni e, soprattutto, i propri prodotti con i fratelli piemontesi”. “Sono davvero molto orgoglioso -ha dichiarato Bevacqua durante la visita istituzionale alla rassegna, prima di recarsi alla Santa Messa celebrata nella Basilica di San Vittore a Intra, in cui una cappella è dedicata a San Francesco, per onorare il 2 Aprile, giorno del Santo Patrono di Calabria- di essere qui a Verbania, alla testa di una delegazione di imprenditori e produttori dell’eno-alimentare della Provincia di Cosenza che hanno colto con entusiasmo e passione questa possibilità di farsi conoscere e di far conoscere l’intero territorio calabrese proprio quando si festeggia San Francesco di Paola”. Il presidente Nobili, dal canto suo, si è detto lusingato dell’invito del vicepresidente Bevacqua a visitare la Calabria e la provincia di Cosenza. L’invito è stato esteso anche al senatore Montani della Lega Nord, ospite della rassegna enogastronomica.

Tema: “Dall’Orchestra Sinfonica all’Orchestra Scolastica”

Lamezia Terme, corso nazionale musicale

5 aprile 2011 – Servizio giornalistico a cura di Rino Logiacco

L'Ama. Calabria, Ente accreditato quale soggetto qualificato per la formazione del personale della scuola, nell’ambito delle attività promosse dall’Istituto Musicale “Sebastiano Guzzi” di Lamezia Terme (CZ), allo scopo di contribuire ad una sempre più qualificata formazione professionale dei docenti, organizza il Corso Nazionale di Formazione dal tema “Dall’Orchestra sinfonica all’Orchestra scolastica” in 24 ore cui possono partecipare cittadini italiani e stranieri. Il seminario si terrà a Lamezia Terme (CZ ) presso la sede dell'Istituto “S. Guzzi” in via dei Mille n. 89. Il corso si svolgerà secondo il seguente calendario: mercoledì 13 aprile (9/13), sabato 16 aprile (9/13, 15/19), mercoledì 27 aprile (9/13), sabato 30 aprile (9/13, 15/19) per un totale di 24 ore di lezione. In appendice all’ultimo incontro è previsto un saggio-concerto conclusivo con la partecipazione dell’Orchestra Scolastica della Provincia di Catanzaro che sarà diretta dai corsisti. Al termine del corso a tutti gli iscritti che avranno frequentato sarà rilasciato un attestato quale partecipante ad un Corso autorizzato e riconosciuto dal Miur. Nell’ambito del corso si affronteranno le seguenti tematiche: Analisi. Ascolto guidato; Orchestrazione e Strumentazione; Tecniche di arrangiamento e composizione; Concertazione e Direzione; Lo Strumentario Orff. I docenti che terranno il corso saranno: M° Roberta Tartaglia (Lo Strumentario Orff); M° Ferruccio Messinese (Analisi e Concertazione della Partitura, Orchestrazione,Tecniche di Arrangiamento e Composizione, Direzione). Per infoufficio@amacalabria.org oppure consultare http://www.amacalabria.org.

Dopo i fatti del Giappone sempre maggiore il dissenso verso l’energia dell’atomo

Torino, contro il nucleare votare si

Comunità giapponese a Torino

5 aprile 2011 – Servizio giornalistico a cura di Rosamaria Greco

Quanto sta succedendo in questi giorni a Fukuhima fa crollare definitivamente il mito del “nucleare sicuro”. In molti Paesi ci si stanno ponendo nuovamente dubbi sull’utilizzo di questa tecnologia. In Germania il governo ha annunciato l’immediata chiusura di sette centrali nucleari e la sospensione de piano nucleare. La Svizzera ha bloccato l’autorizzazione alla costruzione di tre nuove centrali. In Francia si ricomincia a parlare di Referendum antinucleare e l'Agenzia francese per la Sicurezza Nucleare (Asn) potrebbe decidere di fermare la costruzione del prototipo dell'Epr (European Pressurized Reactor), la centrale nucleare di cui Enel vuol costruire in Italia in quattro esemplari. La Spagna e la Gran Bretagna rivedranno i sistemi di sicurezza delle loro centrali. E qui in Italia, invece? E’ l’interrogativo che si stanno ponendo dal Movimento per l’Alternativa al Nucleare a Torino. “Qui in Italia il governo balbetta, si contraddice, alterna dichiarazioni… E’ stata fatta, a voce, dal Governo, una proposta di moratoria per un anno. Confindustria ha già detto che è troppo, bastano 6 mesi”, La risposta degli antinuclearisti. “La moratoria non significa rinunciare al programma nucleare, significa solo che per un anno, se sarà scritto in un decreto, si sta fermi, in attesa che passi la paura e le persone si dimentichino di che cosa significa vivere in un paese atomico”. Dal Movimento contro il nucleare fanno sapere che aumenteranno le forze e l’impegno per la riuscita del referendum contro il nucleare del 12 e 13 giugno “perchè si raggiunga il quorum e perchè sia un quorum di Sì contro il nucleare. Poi servirà una nuova politica energetica, una svolta verso la produzione di energia da fonti rinnovabili”. In questa ottica il Movimento per l’alternativa al nucleare ha organizzato, nell’ambito del programma di informazione diffuso sul territorio, un’assemblea pubblica sul tema del nucleare. All’assemblea hanno partecipato una cinquantina di persone. Gli atti saranno presto pubblicati sul sito : www.csenonuke.altervista.com. Il programma dell’assemblea prevedeva tre interventi: Pier Luigi Cazzola, biologo, è intervenuto sul tema della contaminazione nucleare e sui danni provocati all’ambiente e alla salute; Chie Wanda, della Comunità Giapponese di Torino è intervenuta sulla devastante attualità della condizione dell’energia atomica in Giappone; Renato Zanoli, rappresentante del Movimento per l’Alternativa al Nucleare (che ha organizzato la serata all’interno del programma di informazione diffuso per il territorio cittadino e provinciale) è intervenuto nel merito dei quesiti referendari; il prof. Elio Miraldi, fisico nucleare è intervenuto sugli argomenti “bilaterali”: “Dicono che le centrali nucleari sono necessarie per evitare un black-out… ma non che in Italia ci sono molte più centrali inutilizzate o sottoutilizzate che negli altri paesi europei e che queste hanno una potenza largamente superiore ai bisogni. Dicono che l'elettricità nucleare sarebbe molto più economica di quella prodotta con fonti fossili… ma non che in altri paesi senza nucleare (come l'Austria), con poco (Germania, 22% dell'elettricità) o con tanto (Francia, 77%) l'elettricità costa circa la stessa cifra e, quindi, il costo non dipende dal contributo nucleare. Dicono che l'energia nucleare ridurrebbe la dipendenza energetica dall'estero… ma non che i 4 reattori Epr sostituirebbero solo il 2% dei combustibili fossili importati in Italia. Inoltre le miniere di uranio si trovano in Niger, Kazakistan, Australia. Dicono che l'energia nucleare diminuirebbe le emissioni di CO2 aiutando così l’ambiente... ma non che questa riduzione sarebbe pari al 2% e che ingenti quantità di acqua sarebbe inquinata nell’estrazione dell’uranio e sottratta ad altri usi come l’agricoltura durante la costruzione e funzionamento dei reattori. Dicono che l'energia nucleare garantirebbe una produzione illimitata di energia…. ma non che le riserve di uranio permetterebbero il funzionamento delle centrali attuali solo per circa 60 anni. Dicono che le centrali nucleari sono sicure… ma non che in Germania i bambini che vivono in un raggio di 5 km attorno alle centrali si ammalano di leucemia 2 volte in più rispetto agli altri bambini. Quello che sta succedendo in Giappone è sotto gli occhi di tutti. Dicono che si conosce e si controlla il ciclo del combustibile nucleare… ma non quali siano le condizioni di lavoro nelle miniere d'uranio; non dicono nemmeno cosa si debba fare delle scorie … perché non lo sanno! E quando le stoccano in depositi profondi (ad esempio Asse, in Germania) devono poi ricredersi pochi anni dopo e svuotare il deposito. Dicono che la costruzione di centrali nucleari porta lavoro… ma non che in Germania circa 300.000 persone lavorano stabilmente nel settore delle energie rinnovabili, contro le poche centinaia necessarie per la gestione di una centrale nucleare”. Prossimo appuntamento lunedì 11 aprile 2011 ore 17:30 presso il Politecnico di Torino, C.so Duca degli Abruzzi 24 con il dibattito/confronto tra il prof. Massimo Zucchetti e il prof. Angelo Baracca.

A Jerez continua il rodaggio del pilota campano nel Motomondiale classe 125

Napoli, Mauriello cerca confidenza con Gp

Mauriello

4 aprile 2011 – Servizio giornalistico a cura di Rosamaria Greco

Dopo un week intenso di prove, tra condizioni climatiche altalenanti, Francesco Mauriello ha dato sfoggio delle sue qualità, soprattutto sul bagnato, registrando ottimi tempi, fino a concludere 18° nel warm-up di sabato 2. Merito della sua innata propensione a correre sul bagnato, un’attitudine che Francesco si porta dietro da un po’. In gara, partendo dalla 11esima fila, nessuno si aspettava una prestazione facile ma Francesco ha confermato le sue doti, partendo bene e guadagnando subito numerose posizioni. Arrivato in 23esima posizione, con un buon passo e a ridosso di un gruppetto di altri piloti, non era molto distante dalla zona punti. Purtroppo la sua bella rimonta si è conclusa subito dopo aver superato la metà dei giri previsti ed il suo talento non è bastato a sfidare la sfortuna. Nel tentativo di recuperare altre posizioni è incappato in un’innocua scivolata nella curva che immette nel rettilineo d’arrivo; una curva insidiosa che si è dimostrata fatale per numerosi piloti. Davvero un peccato perché Francesco avrebbe sicuramente potuto concludere la sua seconda esperienza mondiale con un buon risultato. Nonostante il traguardo mancato, il risultato raggiunto è ugualmente apprezzabile perché Francesco ha dimostrato di avere temperamento e di poter competere con piloti ben più esperti di lui. Notevole, al di là di tutto, l’impegno profuso e i progressi del pilota napoletano alle sue primissime esperienze in Motogp: “La giornata è iniziata molto bene: nel warm up ho girato 18° sul bagnato – ha dichiarato Francesco subito dopo la sua prestazione - Al via della gara però non ho fatto una partenza come avrei voluto… non è stata una delle mie migliori. Tuttavia mi sono portato ugualmente avanti di diverse posizioni. A 7 giri dalla fine, in un tentativo di rimonta ho provato ad aprire il gas prima del pilota che stavo inseguendo, però ho perso il posteriore e purtroppo sono caduto. Tutto sommato ritengo che sia andata abbastanza bene nonostante tutto. Attendo la prossima gara di Estoril per fare meglio”. Un briciolo di amarezza che però non scoraggia Francesco e i suoi sostenitori. Francesco sta facendo bene, è solo una questione di tempo e di … pista!

Cronaca nera monopolizzata dai delitti di “cuore”

Amore, sentimento o malattia

Delitto passionale

4 aprile 2011 - Servizio giornalistico a cura di Federica Orsida

Negli ultimi anni la cronaca nera riporta casi di omicidi efferati di cui vittime sono le donne. A Bergamo il 27 luglio Barbara Brandolini, 27 anni, viene trovata soffocata a casa del suo ex fidanzato, Massimiliano Pippia, 23 anni. Il giovane, arrestato, confessa l’omicidio, a cui sarebbe giunto per gelosia. Il 14 dicembre a Borgo San Dalmazzo un uomo apparentemente mite e tranquillo si è trasformato in uno spietato killer quando la donna che amava l'ha lasciato. Franco Ruffinengo, commercialista 55enne di Carmagnola ha ucciso con 15 colpi di pistola Vincenzina D'Amico, l'ex fidanzata di due anni più giovane. Per ore ha atteso il ritorno di Vincenzina davanti alla sua abitazione a Borgo San Dalmazzo e poi le ha scaricato addosso un intero caricatore, l’ultimo colpo lo ha usato per spararsi alla tempia. Il 22 novembre Eliana Fermiano, 25anni, invece di andare a ballare è stata condotta da qualcuno da Napoli a Terracina, nella casa di Luigi Faccetti, e qui è stata uccisa, con decine di coltellate inferte con un coltello da cucina. L'omicidio è avvenuto nella notte, in un appartamento della cittadina dove il ragazzo di 24 anni si trovava agli arresti domiciliari per aver tentato, un anno fa a Napoli, di uccidere Eliana. I due erano stati fidanzati per circa un anno e mezzo, la loro relazione era finita ma l'uomo non si era rassegnato alla fine della storia e l'aveva perseguitata con sms e pedinamenti. Poi un giorno aveva atteso che uscisse di casa e l'aveva aggredita ferendola con 4 fendenti al collo. I familiari ritengono che l'omicidio poteva essere evitato se solo la giustizia fosse stata più rigorosa nei confronti di Faccetti. Dopo aver ferito gravemente Eliana ha trascorso in carcere otto mesi poi in estate un giudice per le indagini preliminari, gli ha concesso gli arresti domiciliari nella casa di Terracina, dove vivono i genitori. Il 13 febbraio a Bari Domenico Nicola Elefante, 41 anni, confessa l’omicidio della madre, Carmela Gallidoro di anni 83, avvenuto per strangolamento. A monte l’ennesimo litigio. Il 21 febbraio a Novi Ligure Erika De Nardo di 16 anni, con il concorso dell'allora fidanzato Mauro "Omar" Favaro di 17 anni, uccise premeditatamente a colpi di coltello da cucina la madre Susanna "Susy" Cassini contabile di 41 anni e, in quanto diventato un testimone scomodo, il fratello Gianluca De Nardo di 11 anni. Questi sono solo alcuni esempi di “amore malato”. Donne massacrate per gelosia, per depressione, per amore malato, appunto. Ma si può definire ancora amore una cosa che porta alla follia? E siamo proprio sicuri che sia stato proprio quell’amore a portarli alla follia? Amori che portano all’omicidio e a volte anche al suicidio, vite spezzate da un sentimento troppo folle per essere definito amore, compagne troppo ingenue e troppo innamorate per capire il mostro che hanno accanto a loro, madri accecate dall’amore dei figli. Un mostro che come possiamo vedere non è lo sconosciuto incontrato per strada ma il compagno di una vita, il figlio cresciuto con amore. Amori malati, perverse gelosie senza senso. E chi è che ci rimette in questa follia? Le donne, donne che nel 2011 sono ancora troppo schiave, donne che nel 2011 devono imparare a difendersi dal sentimento più puro del mondo: l’amore. Donne che sognano un futuro col proprio compagno e invece è proprio colui che diceva di amarle a troncare la loro esistenza, donne che, da amorevoli madri quali sono, fanno mille sacrifici per amore dei figli, e sono proprio i figli i loro carnefici, donne uccise nell’intimità domestica, donne che ancora una volta devono imparare che ormai neanche chi giura loro eterno amore, le ama abbastanza da volerle vive,guardate bene chi avete accanto, cercate segnali, allontanatevi anche se è necessario, anche se vi sembra che senza quel’amore non riuscite a vivere, perché forse sarà proprio quell’amore che non vi permetterà di vivere. Non lasciate che si arrivi all’amore malato, forse solo così il vostro cuore batterà per un sentimento giusto, forse solo così sarete al sicuro almeno nella vostra casa, forse solo così i fiori li metterete voi in un vaso e non saranno i vostri cari a doverli deporre sulle vostre tombe. Forse solo così potrete vivere un amore da favola.

L’appello di Ivan Martino (Autonomia e Diritti) sul fronte ospedali

Vibo V., basta tagli indiscriminati sulla salute

4 aprile 2011 – Servizio giornalistico a cura di Rino Logiacco

“Il riordino del sistema sanitario vibonese non si realizza certamente attraverso tagli indiscriminati alla spesa sanitaria e forti ridimensionamenti dei presidi ospedalieri montani”. E' quanto afferma in una nota stampa l'esponente politico di Autonomia e Diritti Ivan Martino. “La sanità della provincia di Vibo Valentia ha necessariamente bisogno di essere rafforzata e migliorata rappresentando un vero e proprio banco di prova per il governo regionale. La manovra che assegna le risorse per il servizio sanitario nazionale (legge n° 133/2008) prevede una riduzione del finanziamento inizialmente concesso pari a 2.000-3.000 milioni di euro. Come si può lanciare lo slogan della nuova sanità calabrese mentre la riduzione delle risorse causa un drastico ridimensionamento dell' assistenza offerta a livello sanitario facendo da qui a poco scomparire i presidi ospedalieri di montagna? Non è sopportabile inasprire la pressione fiscale a carico dei cittadini e delle imprese attraverso un aumento dell'addizionale Irpef, dell'aliquota Irap e del ticket sanitario. Proprio per quanto riguarda quest'ultimo il Governatore Scopelliti, nella sua campagna elettorale, aveva promesso agli elettori calabresi che sarebbe stato eliminato. I fatti a distanza di un anno dimostrano che non solo il ticket non è stato tolto, ma ha subito un notevole rincaro ed ha di molto ristretto il numero dei fruitori intasando a dismisura gli uffici dell' Asp. Come se non bastasse c'è tanta gente che ha persino rinunciato a curarsi nonostante il diritto alla salute sia sancito dalla Costituzione. Basti pensare alle famiglie che avendo seri problemi di salute acquistano regolarmente diversi farmaci. Per risparmiare bisogna migliorare e qualificare i servizi preesistenti bloccando l'emigrazione sanitaria verso il centro nord. Emigrazione che pesa moltissimo sul bilancio della Regione Calabria. Come fanno le famiglie del vibonese a sostenere le spese del ticket non riuscendo più ad arrivare a fine mese? La pressione fiscale oramai è al massimo nonostante i servizi restano mediocri. E' facile governare aumentando le tasse per ripianare i debiti mettendo a serio rischio la sopravvivenza di interi nuclei familiari. Si registrano aumenti in tutti i settori mentre il governo nazionale blocca i fondi per le aree sottosviluppate. Da questo processo- prosegue Martino- non è esente nemmeno la destra calabrese che non riesce, o meglio, non vuole avere voce in capitolo per non perdere i propri privilegi concessi dal governo nazionale. Non si può dichiarare di aprire una nuova fase della sanità demonizzando tutto l'operato fatto in precedenza da Agazio Loiero quando poi coi fatti si applica il suo Piano di Rientro Sanitario che aveva impedito il commissariamento permettendo, così, un contenimento delle spese di gestione anche dell’Asp di Vibo Valentia. Riorganizzare e razionalizzare un sistema sanitario non significa chiudere importanti ospedali come quello di Serra San Bruno e di Soriano Calabro che si sono formati grazie alle lotte unitarie dei lavoratori, dei Sindaci, delle assemblee elettive e di quelle popolazioni che hanno dato vita ad innumerevoli manifestazione sia in quei territori che nella stessa Catanzaro capoluogo di regione. Aprire una nuova fase della sanità quindi vuol dire assumersi le responsabilità rafforzando l'apparato ospedaliero, migliorando i servizi all' utenza finale, creando delle vere e proprie griglie di valutazione dei medici in modo da monitorare il rendimento e la propria professione medica”.

Alcuni malviventi hanno profanato il cimitero del centro lametino

Platania, Messa di riparazione e fiaccolata

4 aprile 2011 - Servizio giornalistico a cura di don Pino Latelli

Sabato 9 alle ore 16:00 nel cimitero di Platania(CZ) verrà celebrata una santa messa di suffragio per riparazione alla profanazione che alcuni malviventi hanno consumato nel locale cimitero. Nella notte di lunedì scorso, infatti, alcuni individui non ancora identificati, si sono intrufolati nel cimitero del paese e hanno trafugato due teschi dall’ossario comune e collocati davanti la porta d’ingresso del Bar Gallo, situato accanto al municipio, sul corso principale. La cerimonia di riparazione, che si svolgerà alla presenza delle autorità cittadine e dei gruppi di volontariato che operano nel territorio del centro dell’entroterra lametino, si aprirà con la deposizione di una corona di fiori portata dal gruppo scout, la benedizione della cappella dell’ossario del cimitero e, quindi, la celebrazione della santa messa. Al termine della sacra celebrazione, si snoderà dal cimitero una fiaccolata di solidarietà e speranza che percorrerà le vie principali del paese e che sosterrà per poco tempo, in segno di solidarietà, davanti al Bar Gallo, dove i bambini dell’oratorio, preparati dalle giovani Lorena Villella e Maddalena Cimino, eseguiranno dei brani musicali sulla pace. L’intera lodevole iniziativa è stata promossa e organizzata dalla Parrocchia San Michele Arcangelo del centro lametino. Il macabro e vile gesto, che ha procurato negli abitanti di Platania indignazione, sgomento e tanta paura, ha già avuto la ferma condanna di tutta la cittadinanza e del sindaco Carlo Conte che sottolinea come “non può essere definito che vile, un gesto che infanga tutto il paese ad opera, al momento, di ignoti, che presto saranno assicurati alla giustizia”. Anche noi esprimiamo sdegno per la profanazione che “ha indignato e offeso nel profondo la coscienza di una comunità che nel Camposanto onora i suoi cari che vi riposano. Perciò questo atto di vile inciviltà ci rattrista e ci indigna! Esprimiamo la nostra piena e sincera solidarietà ai gestori del Bar Gallo, assicurando loro la nostra personale vicinanza, l’affetto e la preghiera”.

Due uomini delle forze dell’ordine arrestati in Sicilia

Palermo, poliziotti gestivano prostitute

4 aprile 2011 – Servizio giornalistico a cura di Rino Logiacco

Avevano pensato al guadagno facile, extra e da controllori erano diventati complici ma non sapevano che prima o poi sarebbero stati smascherati. Ci sono anche due poliziotti tra gli arrestati a Palermo a conclusione di una indagine per sfruttamento della prostituzione. Le ordinanze di custodia cautelare sono quattordici. Nell'organizzazione anche alcuni romeni. L'indagine è stata avviata dopo che una immigrata ha denunciato le minacce subite da una sua connazionale anche lei prostituta.

Operazione della Guardia di Finanza di Palmi (RC)

Gioia Tauro, undici arresti per truffa

4 aprile 2011 – Servizio giornalistico a cura di Rino Logiacco

Avevano trovato un sistema tanto facile quanto collaudato per fare soldi gli undici arrestati di oggi ai quali viene contestato il reato di associazione per delinquere finalizzato alla truffa, oltre a varie altre ipotesi di delitto quali riciclaggio, bancarotta fraudolenta, usura ed esercizio abusivo di attività finanziaria. Non manca sullo sfondo la presenza delle cosche della piana visto che uno degli associati è sposato con la figlia di un noto boss di Gioia Tauro. Per raggiungere i suoi obiettivi, sono svaniti nel nulla quasi tre milioni di euro, l’organizzazione oggi sgominata ha curato ogni particolare, dalla costituzione di false imprese presso la Camera di Commercio, all’acquisizione di partite iva, dal contratto per le linee telefoniche e per l’immancabile fax, all’apertura, con somme esigue, di conti correnti bancari presso primari istituti. Le indagini e gli arresti sono stati eseguiti dalla Guardia di Finanza sotto il coordinamento del Procuratore della Repubblica di Palmi (RC) Giuseppe Creazzo.

L’ex segretario della Cgil Vibo Valentia in una lettera

Donatella Bruni si sfoga apertamente

Donatella bruni

4 aprile 2011 – Servizio giornalistico a cura di Antonio Nesci

Scegliamo di pubblicare integralmente la lettera con la quale Donatella Bruni, segretario della Cgil Vibo Valentia da pochi giorni defenestrato, si sfoga ripercorrendo le tappe di quanto accaduto. “Queste settimane appena trascorse sono state durissime, hanno messo a dura prova i miei nervi ed anche la mia salute, se non fosse stato per gli innumerevoli attestati di stima e di vicinanza che ho ricevuto e ricevo, in continuazione, da Vibo e da tutte le parti d’Italia e che non finirò mai di ringraziare, avrei dovuto abbandonare ogni forma di contatto, tanta è stata la delusione per il comportamento irriconoscente e per il “trattamento”, credo unico in Italia, riservatomi dopo diversi anni in cui ritengo di poter dire, a voce alta, di essermi spesa senza mai risparmiarmi e questo si, facendomi carico delle inerzie altrui. Quindi, laconicamente, per rispondere alle affermazioni contenute nella nota Cgil pubblicata sabato sulla stampa locale, potrei cavarmela riportando il senso delle affermazioni che ho più frequentemente registrato in quei numerosi messaggi e nelle tante telefonate ricevute: “conosco te e conosco loro, hai tutta la mia stima e solidarietà!” Le giornate che hanno preceduto il 25 marzo, data della sfiducia, sono stati giorni in cui febbrilmente ho cercato di non staccare il contatto con il sindacato, ho atteso inutilmente che si materializzasse la vicinanza della dirigenza nazionale della Cgil e che quindi mi facesse sentire ancora a casa, tutelata, anche se ponevo all’attenzione molte questioni delicate e problematiche. La segreteria nazionale ha, invece, scelto il silenzio, ignorando la mia richiesta d’aiuto pur sapendo che non mi fidavo assolutamente del comportamento “aperto e democratico” dei funzionari locali, dando di fatto via libera alla mia epurazione. Soltanto poche ore prima della riunione in cui, poi, sono stata sfiduciata mi sono risoluta a rendere pubblica la denuncia che poi c’è stata, anche perché non era nemmeno certo che avrei potuto relazionare al Direttivo ed esternare le mie ragioni. Penso, anzi, che se quel giorno non si fossero presentati in massa numerosi lavoratori iscritti, e simpatizzanti che avevano avuto modo di apprezzare il mio impegno in varie vertenze, probabilmente ci sarebbe stata solo la prevista votazione segreta senza possibilità di aprire bocca, così come tra l’altro, da bravi soldatini, hanno fatto gli sfiducianti. Nella mia denuncia, lunga ampia ed articolata, non nuova per i dirigenti locali perché, dal dicembre 2007, in tutte le riunioni interne, quasi come una litania, tanto da essere qualche volta redarguita perché a dire di alcuni esageravo, ho richiamato tutti al senso di responsabilità ed alla necessità di abbandonare alcune pratiche che avevano portato quasi al dissesto finanziario la struttura. Ne sono prova le riunioni di Esecutivo e Direttivo, di cui conservo i verbali, con approvazione di atti, quali un Piano Straordinario di Risanamento ed una Circolare interna, datata 6 dicembre 2007, a firma mia e del responsabile d’organizzazione, che non a caso richiamava l’intero gruppo dirigente, Segretari di Categoria e Responsabili dei Servizi al massimo rispetto delle regole su contabilità e gestione del personale, obbligatorietà nella redazione dei bilanci, doppia firma sui conti correnti bancari. Se all’epoca tale richiamo alla correttezza non è stato contrastato o considerato superfluo evidentemente se ne sentiva la necessità anche se da più parti veniva richiesta un’assoluzione per chi se ne era reso responsabile, primo tra tutti proprio Pugliese. A comprova di ciò, mi facciano sapere, poi, i dirigenti locali della Cgil se i documenti attestanti quanto da me riferito, Categoria per Categoria, Servizio per Servizio, debbano essere consegnati in versione integrale alla stampa, così da riempire le pagine dei giornali per le settimane a venire. Non sono una sprovveduta, l’esperienza sindacale confederale, quasi da autodidatta, mi ha resa ancora più prudente ed ho imparato a parlare solamente se documentata e consapevole di quello che andavo a dire, ne consegue che i rilievi pubblici mossi ultimamente possono essere ampiamente provati anche se il blitz della sostituzione della serratura, probabilmente, doveva consentire la sparizione di tutti i carteggi conservati nella mia stanza. La faciloneria dei vari soggetti coinvolti o il confidare nella mia remissività, prontamente smentita dall’immediata denuncia ai Carabinieri, ha fatto si che dovessi farmi accompagnare dagli stessi per poter rientrare nel mio ufficio ed in seguito smascherare la produzione di atti falsi che avrebbero dovuto certificare la titolarità dei soggetti coinvolti che hanno manomesso le serrature degli uffici. Le mie denunce, infine, non hanno mai avuto come obiettivo la Cgil, organizzazione che mi sono onorata di rappresentare ed alla quale resto legata nonostante il “trattamento” ricevuto. Le mie reprimende sono indirizzate al regista nazionale o regionale che sia ed agli esecutori di un’operazione meschina che nulla ha di politico. Ho avuto modo, nel documento prodotto, di sostenere che la responsabilità della Cgil è limitata solo alla eventuale mancata tutela, che ancora attendo pazientemente. Circa la motivazione del mio defenestramento, divenuto ormai il “segreto di Pulcinella”, man mano che passano i giorni, grazie anche a confessioni individuali e personali, è ormai chiaro che la necessità di mandare via una “rompiscatole” che disturbava i manovratori ha trovato il collante nella mia vita privata, considerata, probabilmente per via di arcaici retaggi culturali, disonorevole per l’Organizzazione. Tornando al comunicato Cgil, è nota a tutti la velocità d’azione del Presidente Pugliese, firmatario dello stesso, e quindi sarebbe plausibile ritenerlo il redattore della nota, visti gli otto giorni occorsi per “partorirla”. Ma, poiché, conosciamo il suo linguaggio e quello degli altri dirigenti locali, un assaggio è rappresentato dalla comprensibilità della mozione di sfiducia, ho motivo di ritenere che la nota gli sia stata “confezionata” altrove. Per quanto attiene alle mie modalità di conduzione della Camera del lavoro, ho avuto già modo nell’ampio documento prodotto, di ricordare le innumerevoli riunioni degli Organismi, in cui mai a nessuno è stata negata la parola e mai sminuito il suo contributo, ove mai ci fosse stato. Fa specie, poi, sentirsi accusata di espropriazione del ruolo, proprio da dirigenti, la cui attività prevalente è quella di leggere i quotidiani fumando ed ammorbando l’aria della propria stanza e, da oltre vent’anni, cascasse il mondo, alle 12.30 andare a prendere il figlio a scuola e rincasare. Non mi si vorrà addebitare anche il fatto che Pugliese, nella qualità di segretario della Filcams per sette anni, ha lasciato una Categoria con solo qualche diecina di iscritti e circa cinquanta mila euro di debito, perché a quel tempo non ero io il Segretario Generale. Così come, tra l’altro, ritengo di non essere responsabile dell’avviata fase di distruzione dello SPI, retta dallo stesso dal 22 febbraio 2007 ad oggi, il cui andamento del tesseramento ne attesta l’impegno profuso. Oppure il suo ruolo, mai stato così evidente, è frutto del mio essere accentratrice per avergli negato, in un momento in cui l’organizzazione non se lo poteva permettere, l’anticipazione di somme, ripetutamente richieste. Nella comunicazione data alla stampa, è ricorrente l’affermazione secondo la quale nella relazione congressuale, notoriamente pubblica e la cui esposizione avviene alla presenza di invitati ed autorità, è stato descritto un quadro idilliaco della Camera del lavoro. Questa semmai è la prova del mio desiderio di non intaccare l’immagine pubblica dell’Organizzazione, nella convinzione che, con il tempo e con la capacità di coinvolgere e motivare che mi deriva dal mio essere educatrice, sarei riuscita a riportare molti comportamenti nell’alveo della normalità e delle regole. Una sorta di voto d’incoraggiamento come ho sempre fatto con i miei allievi, azione che purtroppo per via delle note vicende è stata interrotta bruscamente. Circa il presunto esautoramento delle Categorie, questo non si è mai verificato, se si esclude un’attenzione particolare sulla Filcams, categoria che a detta della stessa Segretaria Nazionale Camusso in una recente riunione a Lamezia, ha la necessità di una forte partecipazione della Confederazione per la delicatezza del settore, in specie al Sud dove è esposto a diverse forme di illegalità ed influenze di delinquenza comune e di criminalità organizzata. La mia azione è stata sempre rivolta a tutelare la Cgil, affinché in delicatissime vertenze la sua immagine ed il suo ruolo fosse sempre al di sopra di ogni sospetto, ma purtroppo, nonostante il mio impegno rimangono ancora molte cose da chiarire. I segretari delle altre Categorie, nessuna esclusa, mi hanno vista al loro fianco ogni qualvolta abbiano richiesto il mio contributo, traendone beneficio in termini di iscritti, di proposte e di visibilità, come tra l’altro è emerso nelle immagini trasmesse dal Tg1, sicuramente acquisite dal repertorio di Rai3 in cui compaiono assieme a me molti segretari di categoria. Così come ho sempre valorizzato le risorse umane presenti nella Camera del Lavoro, a cominciare dal Coordinatore degli Immigrati che da semplice “uomo di fatica e traslocatore”, quale era sempre stato utilizzato dagli altri dirigenti della struttura, è stato da me fortemente voluto in Segreteria Confederale, giusto riconoscimento al settore da cui proviene, o aver imposto agli altri organizzatori della recente Manifestazione del settore delle costruzioni del 4 febbraio scorso, l’intervento non previsto dell’attuale segretario della Fillea Denardo, proprio per dargli la massima visibilità, anche se è stata in parte sprecata poiché, visto il contenuto dell’ intervento letto in quell’occasione, molti dei presenti probabilmente non hanno nemmeno capito che quella era la “voce del sindacato”. Così come ho valorizzato sempre tutti i Segretari di Categoria, rinunciando spesso a relazionare nelle iniziative pubbliche promosse in comune o declinando interviste televisive per lasciare loro sotto i riflettori dei media. Convengo sull’affermazione che la Cgil debba quotidianamente combattere l’azione della ‘ndrangheta e della massoneria, non dimenticando le lobby e le clientele di una certa malapolitica che ha “drogato” la convivenza civile specialmente di questa parte del Paese, ma tutto questo non può essere combattuto con delle sterili enunciazioni di principio, tutte queste forze contrarie possono essere fronteggiate solo se veramente e giornalmente denunciamo con convinzione le illegalità ed agiamo con coerenza e trasparenza, cercando di fare fronte comune con tutte le forze sane della società. Certamente non si possono raggiungere obiettivi se di queste cose si parla così tanto per levarsi un peso dalla coscienza o se addirittura si critica attraverso la stampa la Magistratura, o si lavora sottotraccia contro la Prefettura oppure si bacchettano i Commissari antimafia dell’Asp. I compagni, così come per tanto tempo li ho ingenuamente appellati, in modo “aperto e democratico” stanno accendendo il rogo per bruciare l’eretica, difatti, con una tempestività pari alla sostituzione della serratura, hanno proceduto alla revoca con effetto immediato del mio distacco sindacale, caso più unico che raro in Calabria, viste le situazioni di cui ho io stessa contezza e che vedono ex segretari oramai da un anno senza incarico elettivo, mantenere ancora il distacco retribuito dal proprio posto di lavoro. Con l’aggravante che nel mio caso il datore di lavoro è la scuola, luogo nel quale notoriamente i distacchi si possono attivare e concludere con l’inizio o la fine dell’anno scolastico. Sospendere il distacco a ridosso del termine delle lezioni, vuol dire creare per me le peggiori condizioni di rientro operativo. Chi ha contezza di come funzioni il mondo della scuola sa bene che a questo punto dell’anno scolastico non potrò rientrare nelle classi a me assegnate perché lì vi è già altro docente la cui continuità didattica non potrà essere messa in discussione, a me toccherà fare il “jolly”, una sorta di tappabuchi che vaga di classe in classe a sostituire i docenti assenti. A ciò si aggiunga che, al contrario di quanto sostenuto nella breve nota a firma del Dipartimento d’Organizzazione Nazionale Cgil, non rientrerò nella mia ex sede di servizio “Istituto di Istruzione Secondaria Ex Magistrale V. Capialbi” perché, mentre con abnegazione e coraggio portavo avanti le battaglie sindacali in nome e per conto della Cgil, senza tutela alcuna da parte della Procopio, segretaria della mia Categoria d’appartenenza, venivo trasferita d’ufficio e perdevo il posto dalla Scuola dove avevo prestato servizio per buona parte della mia carriera e dalla quale sono uscita in quel lontano gennaio 2008 con una aspettativa non retribuita. Ricordo ancora la difficoltà, con il mio intervento presso il Ministero e la richiesta di una deroga, per poter attivare un’agibilità ad anno scolastico iniziato. Da qui la mia ulteriore amarezza, questo distacco oggi, con molta probabilità, non potrà servire a nessuno ma l’importante per la mia Organizzazione è che io venga punita. Starò a vedere se chi non ha mosso un dito per tutelarmi lo farà ora, visto che per recarmi nella mia nuova sede di lavoro dovrò sobbarcarmi due ore di auto al giorno, anche perché ritengo di essere l’unico caso in Italia di Dirigente Sindacale che rientra nel proprio posto di lavoro con condizioni lavorative assai peggiori di quelle lasciate al momento dell’elezione. La mia Organizzazione, in questa occasione, si sta comportando proprio come la peggiore delle controparti, come quei datori di lavoro che, individuando un lavoratore come “rompiscatole”, mettono in atto comportamenti ed azioni volti a “demolirlo”, facendogli il vuoto intorno e creando le condizioni per cui gli stessi colleghi lo guardino come se fosse un appestato da tenere lontano. Di queste situazioni nella mia carriera di sindacalista ne ho viste molte, mai e poi mai avrei pensato che questo potesse succedere all’interno di un’Organizzazione Sindacale, la mia organizzazione, la Cgil. Ma probabilmente non finirà neppure qua. Infatti, è del tutto evidente che le dichiarazioni contenute nella nota pubblicata sabato siano propedeutiche alla “soluzione finale” di hitleriana memoria, la mia espulsione in tempi rapidissimi, per punire una scomoda dissacratrice che ha ritenuto di tenere la schiena dritta e non accettare compromessi”.

sabato 2 aprile 2011

Laprimapagina Offerta Elezioni 2011

Dall’esigenza di comunicare in maniera efficace le autonomie locali è nato nel 2009 laprimapagina.it, quotidiano nazionale e locale che si prefigge di proporre ne la prima pagina i fatti ed i personaggi del territorio. Laprimapagina.it ha una forte valenza sociale, mira ad offrire a tutti i soggetti pari condizioni di accesso alla comunicazione e garantire visibilità a prescindere dai numeri e partendo dalla qualità.

Laprimapagina.it è un vero e proprio portale di servizio che racchiude in sé tutte le espressioni del territorio, dagli enti ai privati, dalle istituzioni scolastiche a quelle militari e religiose, associazioni ed aziende. Numeri sempre crescenti caratterizzano la testata giornalistica con oltre 1 milione di visualizzazioni annue ed una media di 2500 giornalieri con una copertura del territorio nazionale pressoché totale. Su 8094 Comuni Italiani in 6132 (al febbraio 2011) almeno un cittadino ha letto Laprimapagina.it. Numeri che portano a superare i 10 mila lettori solo su Roma. Laprimapagina.it genera una newsletter quotidiana, un vero e proprio contenitore, sintesi di alcune delle principali notizie presenti nella testata giornalistica.

Offerta Elettorale 2011

In vista delle amministrative offre la possibilità ai soggetti politici di raggiungere i propri lettori con spazi di comunicazione elettorale:

Opzione A) In homepage il logo del vostro partito o candidato a sindaco o consigliere. Possibilità di cliccare e indirizzare il lettore al vostro portale web. Possibile aggiungere un rigo di slogan elettorale

Costo 13 aprile – 14 maggio 2011 (1 mese) euro 100,00 (iva esclusa)

Opzione B) In homepage il logo del vostro partito o candidato a sindaco o consigliere. Possibilità di cliccare e indirizzare il lettore al vostro portale web. Possibile aggiungere un rigo di slogan elettorale. In aggiunta una pagina personalizzata esempio www.laprimapagina.it/Feladi nella quale raccogliere notizie e foto di tutti i candidati (materiale da voi fornito)

Costo 13 aprile – 14 maggio 2011 (1 mese) euro 200,00 (iva esclusa)

Opzione C) In homepage un banner con la promozione del Vostro partito o candidato a sindaco o consigliere. Possibilità di cliccare e indirizzare il lettore al Vostro portale web. Il banner sarà posizionato sotto ogni notizia con riscontro garantito (il materiale grafico deve essere da voi fornito). In aggiunta una pagina personalizzata esempio www.laprimapagina.it/Feladi nella quale raccogliere notizie e foto di tutti i candidati (materiale da voi fornito)

Costo 13 aprile – 14 maggio 2011 (1 mese) euro 500,00 (iva esclusa)

La realizzazione dei banner o fornitura loghi è a vostra cura mentre la realizzazione degli articoli e delle presentazioni è a nostro carico. I pagamenti sono anticipati.

Fiduciosi nell’accoglimento della nostra proposta, l’occasione è gradita per salutare

Antonio Nesci www.laprimapagina.it

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